La festa patronale di San Calogero solennizzata il 18 giugno di ogni anno è preceduta dalla tradizionale “sittina ” ovvero la celebrazione della messa la mattina presto, dall’11 al 17, nella Basilica Chiesa Madre affollata di devoti.
La vigilia della festa, a mezzogiorno, viene annunciata dal festoso suono delle campane e dallo sparo di vari colpi di mortaio; la sera dopo il tramonto per le vie della cittadina si svolge la fiaccolata con l’immagine piccola del patrono, protagonisti di questo rituale sono i bambini.
Il 18 giugno, nel pomeriggio, al termine della celebrazione liturgica si svolge uno degli eventi sacri e folclorici più attesi dai petralesi: la processione con la grande e pesante “vara” recante il simulacro del Santo opera di Frate Umile da Petralia. La vara addobbata con ex voto, nastri multicolori, frutti di stagione, fasci di fave, mazzi di grano e fiori viene trasportata a spalla da numerosi devoti che alternandosi durante l’iter processionale accettano pane, biscotti e vino offerti da famiglie che hanno fatto voto al Santo. Molte donne scalze, dopo aver ricevuto in dono i “panuzzi” benedetti, cantano l’antico rosario affinchè ottengano l’intercessione per ottenere le grazie desiderate; esperti giocolieri fanno volteggiare in aria o con prove di abilità sostengono il “palio” ossia un grande stendardo. Al rientro della vara in chiesa un incessante scoppio di mortaretti “a maschiata di San Calò” segna la fine della processione. Le serate della festa sono allietate da intrattenimenti musicali, il corso è sfarzosamente illuminato e tanta gente passeggia tra le colorate bancarelle dei venditori ambulanti.